Le culture europee dell’Età del bronzo

Tipologia: 
Culture
15 febbraio 2018
Intorno a 5000 anni fa, mentre nella Mezzaluna fertile si sviluppano le prime civiltà storiche, il Vecchio continente vive una profonda trasformazione con l’arrivo di nuove popolazioni da est. Nelle aree dell’Europa orientale e mediterranea si diffonde l’uso del metallo
La comparsa del metallo in Europa
La comparsa del metallo in Europa

Il nostro viaggio alla scoperta della preistoria “recente” d’Europa continua con una veloce analisi delle culture dell’Età del bronzo. Le cartine proposte da Eupedia consentono di fotografare perfettamente l’evoluzione attraverso i millenni. Intorno a 5000 anni fa, mentre nella Mezzaluna fertile si sviluppano le prime civiltà storiche, il vecchio continente vive una profonda trasformazione con l’arrivo di nuove popolazioni da est. Le aree dell’Europa centrale e occidentale sono caratterizzate dalla Cultura megalitica, direttamente collegata alle popolazioni neolitiche. Nelle aree dell’Europa orientale e mediterranea si diffonde l’uso del rame. Sui confini premono le popolazioni cosiddette indoeuropee (in giallo e in rosso), che invaderanno tutto il continente nei millenni successivi.


L’Europa calcolitica tra il 3500 e il 3000 a.C.

La prima Età del bronzo vede gli ultimi scampoli di due grandi culture dell’Età del rame: quella della ceramica cordata a nord-est e quella del vaso campaniforme a occidente. La Cultura della ceramica cordata, anche conosciuta come Cultura dell’ascia da combattimento, rappresenta la prima grande espansione indoeuropea nel continente. Con l’arrivo di questa popolazione dai territori a nord del Mar Nero e del Mar Caspio, intorno a 5000 anni fa, si determina una vera e propria sostituzione etnica dei maschi nord-europei dell’epoca, registrata chiaramente dalle ricerche genetiche. Nell’area atlantica, invece, si estende il popolo del vaso campaniforme (Bell Beaker), strettamente legato alla prosecuzione della Cultura megalitica, ma con elementi di novità. A lungo si è discusso sull’origine autoctona o meno di questa popolazione, che da un punto di vista genetico si caratterizza per una evidente continuità con i popoli del Neolitico. Oggi molti archeologi ritengono che non si debba parlare di un’invasione, ma di una penetrazione culturale proveniente dai paesi limitrofi, elaborata dalle genti locali.


Le culture europee tra il 2800 e il 2500 a.C.

Nel corso dei secoli successivi si registra la fortuna di un altro popolo indoeuropeo, differente da quello della ceramica cordata. Originariamente diffuse nel Caucaso e sulle sponde meridionali del Mar Nero, queste genti iniziano un percorso migratorio attraverso i Balcani, che le conduce in Europa centrale dove si svilupperà la cultura italo-celtica-germanica. La cultura più nota del periodo è quella di Unetice: non si tratta, tuttavia, di un “blocco” esclusivamente indoeuropeo: le analisi genetiche registrano la fusione di nuovi arrivati con i popoli precedentemente insediati nell’area.


La diffusione delle culture europee tra il 2500 e il 2000 a.C.

Tra il 2000 e il 1500 a.C., le aree atlantiche e centrali del continente subiscono la profonda influenza culturale dei popoli proto-celti, che diventano dominanti anche da un punto di vista etnico (in rosso). Allo stesso modo, nell’Europa dell’est e sulle rive del Mar Baltico dominano i discendenti dei popoli indoeuropei arrivati dalle steppe nord-pontiche un paio di millenni prima (in giallo). I popoli pre-indoeuropei sopravvivono solo in Scandinavia e nelle aree mediterranee. A Creta e nelle terre limitrofe si diffonde la Civiltà minoica.


Le culture del Vecchio continente tra il 2000 e il 1500 a.C.

La cartina qui sotto fotografa la situazione del continente nell’ultima parte dell’Età del bronzo, caratterizzata dalla significativa diffusione delle genti indoeuropee verso sud. In particolare si assiste alla fortuna della Cultura dei campi di urne, che si espande in un periodo denominato “collasso dell’Età del bronzo”, verosimilmente propiziato da profondi cambiamenti climatici. Anche i territori dell’Italia del nord e del centro subiscono questa influenza. In Europa centrale si gettano le basi della cultura celtica in senso proprio, che esploderà nell’Età del ferro. Un ramo di queste genti giunge addirittura in Grecia con la migrazione dorica, che va a sostituire la precedente cultura indoeuropea nota come micenea, la cui origine è tuttora discussa. Si ritiene, infatti, che i Micenei fossero collegati al ramo russo-ucraino degli indoeuropei, non a quello occidentale, in particolare alla Cultura delle catacombe.


L’Europa tra il 1200 e il 1000 a.C.

Giorgio Giordano

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