Il circolo megalitico sommerso di Atlit Yam

Tipologia: 
Archeologia
15 febbraio 2018
Atlit Yam è un villaggio neolitico sommerso, fondato circa 9.200 anni fa e abbandonato intorno a 8.400 anni fa. Si trova davanti alla città di Atlit, tra i 200 e i 400 metri dalla costa, a una profondità di 8-12 metri. Occupa una superficie compresa tra i 40 e i 65 ettari. È stato scoperto nel 1984
Sub alla scoperta dellle strutture sommerse
Sub alla scoperta dellle strutture sommerse

Il surriscaldamento climatico che ha posto fine all’ultima era glaciale ha determinato lo scioglimento delle calotte e un innalzamento del livello marino di circa 120 metri, con la conseguente scomparsa di grandi porzioni di territori costieri. Molti villaggi neolitici sono finiti sotto metri d’acqua. Un esempio notevole è rappresentato da Atlit Yam, il più noto tra i siti sommersi davanti alle coste di Israele.

Atlit Yam è un villaggio neolitico sommerso, fondato circa 9.200 anni fa e abbandonato intorno a 8.400 anni fa. Si trova davanti alla città di Atlit, tra i 200 e i 400 metri dalla costa, a una profondità di 8-12 metri. Occupa una superficie compresa tra i 40 e i 65 ettari. È stato scoperto nel 1984 dall’archeologo israeliano Ehud Galili, nel sito sono state trovate strutture rituali e tombe con resti umani e oggetti di varia fattura.

La comunità stanziata nell’area ha vissuto il passaggio da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori stanziali: i ricercatori hanno trovato resti di animali selvatici e domestici, più di sei mila ossa di pesce e tracce di oltre cento specie di piante. Gli scavi subacquei hanno portato alla luce case, pozzi, una serie di lunghe pareti, aree pavimentate in pietra e un circolo megalitico al centro del villaggio.

Questo monumento si compone di sette monoliti disposti a semicerchio, alti da uno a due metri e pesanti anche 600 chili: l’apertura è rivolta a nord-ovest, sulle pietre compaiono molte coppelle, che rappresenterebbero le costellazioni dell’epoca, mentre sulla base si segnala un alone che testimonia la loro antica posizione in prossimità di un corso d’acqua. A poca distanza sorge un’installazione formata da tre pietre ovali di circa 1,6-1,8 metri, due delle quali decorate con figure antropomorfe.

È anche presente un pozzo profondo 5,5 metri, scavato circa 10 mila anni fa, verosimilmente la realizzazione più antica del sito. A causa della progressiva salinizzazione dell’acqua, dovuta all’innalzamento del mare, nella fase finale dell’occupazione dell’area non è stato più utilizzato come pozzo, ma come discarica per i rifiuti, il fondo infatti è coperto da pietre, selce, legno, ossa di animali, manufatti e resti botanici.

 Giorgio Giordano

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