I segreti delle pitture rupestri

Tipologia: 
Culture
27 maggio 2016
L'arte rupestre è una delle prime forme artistiche dell'uomo. Secondo nuove datazioni le pitture rupestri dell'Australia occidentale risalgono addirittura a 50 mila fa. Le più antiche d'Europa sono datate 43.500 anni fa e sono state trovate in Spagna, nella Cava di Nerja. I dipinti venivano realizzati nei punti di maggiore risonanza delle grotte
Bambini, donne, artisti drogati sono ritenuti i possibili autori delle pitture rupestri
Bambini, donne, artisti drogati sono ritenuti i possibili autori delle pitture rupestri

Secondo le più recenti datazioni, le pitture rupestri dell'Australia occidentale risalgono a 50 mila fa. Una stima che sposta ulteriormente indietro l'età della pittura preistorica aborigena, ricavata in precedenza dall'analisi di due raffigurazioni di Genyornis, un volatile gigante ritenuto estinto appunto 40 mila anni fa. La prima umanità fuoriuscita dall'Africa, probabilmente, aveva già abbracciato questa forma d'arte (si pensi alle decorazioni realizzate oltre 70 mila anni fa in Sudafrica). L'Europa cromagnoide, a partire da circa 40 mila anni fa, ha dato vita a una serie di capolavori rupestri incredibili. Le pitture più antiche risalgono a 43.500 anni fa e sono state trovate nel sud della Spagna, nella Cava di Nerja, dove compare la raffigurazione di alcune foche. Le pitture rinvenute presso la cava di El Castillo, invece, risalgono ad almeno 40 mila anni fa: rappresentano impronte di mani e forme discoidali e altri simboli e paiono rimandare a una sorta di scrittura ante-litteram. Entrambe le opere sono realizzate con pigmento di ocra rossa. Le pitture di Gorham, a Gibilterra, hanno circa 39 mila anni, quelle della grotta di Fumane, in provincia di Verona, 36-41 mila anni. Risalgono a 40 mila anni fa anche le opere rupestri trovate a Maros in Indonesia, sull'isola di Sulawesi. È stato anche suggerito che le più antiche rinvenute nel Vecchio continente siano opera dell'uomo di Neanderthal. Tra le pitture più note ci sono quelle di Chauvet nel dipartimento francese dell'Ardeche, datate oltre 32-37 mila anni fa (precedentemente stimate diecimila anni più giovani), poi quelle realizzate nelle grotte di Altamira in Cantabria, nella Spagna del Nord, qui le raffigurazioni più vecchie hanno 25-35 mila anni, le più giovani 11 mila. Un'analisi delle pitture rupestri nel dipartimento di Ariege, ai piedi dei Pirenei francesi, suggerisce che l'acustica delle grotte abbia determinato la posizione dei dipinti, generalmente realizzati nei punti di maggiore risonanza delle grotte o a meno di un metro. Dove non c'era abbastanza spazio per dipingere una figura completa sono stati dipinti solo dei puntini rossi. Nei rituali preistorici probabilmente venivano utilizzati tamburi, flauti e fischietti, ma si è notato che il massimo potenziale di risonanza viene attivato dall'ampia gamma della voce umana. In alcune grotte la densità dell'immagine è proporzionale alla qualità acustica, misurata in durata della risonanza o numero di echi. Nella grotta Kapova negli Urali sono state riscontrate le medesime particolarità. Ma i misteri delle pitture rupestri non sono finiti: gli studi hanno messo in evidenza che leoni, mammut e bisonti sulle pareti di oltre 150 caverne francesi sono disegnati in modo da formare le sequenze di un movimento, una specie di film in stop motion, ottenuto con il gioco di luce a intermittenza della fiamma di una torcia. In definitiva, le pitture sommano l'immagine al suono e al movimento, in una sorta di cinematografia preistorica. Graffiti e pitture sono stati interpretati come raffigurazioni nate con uno scopo magico e propiziatorio, alcune, come quelle di Lascaux in Dordogna (datate 15-20 mila anni), evidenziano riferimenti a fenomeni astronomici o costellazioni. È stata anche formulata l'ipotesi che le raffigurazioni rupestri siano il prodotto di stati alterati della mente, dovuti all'uso di sostanze allucinogene. La figura umana compare raramente e spesso si fonde con l'elemento animale. Gli strani soggetti presenti nelle rappresentazioni, simili ad alieni, mostri o esseri fantastici sono stati considerati rappresentazioni di sciamani con copricapi e costumi rituali, ma secondo una diversa interpretazione sarebbero i personaggi incontrati dagli sciamani nel corso dei loro viaggi. Tra le tante particolarità, va ricordato che le impronte delle mani rinvenute nelle grotte di tutto il mondo sono spesso di piccole dimensioni, tanto da far pensare all'opera di donne e bambini. Infine, è stato osservato che simboli e segni geometrici dipinti o incisi nelle grotte potrebbero rappresentare le prime forme di comunicazione grafica dell'umanità (secondo uno studio esistono 32 diversi tipi di simboli geometrici, probabilmente associati a un preciso significato).
Giorgio Giordano

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Le foche di Nerja e le mani di El Castillo sono le raffigurazioni più antiche ritrovate sino a oggi in Europa